Conoscere le pietre 

Per chi ama le pietre qualche informazione tecnica sulla pietre che utilizzo nelle mie creazioni.

Agata

L'agata (dal greco antico achátes) è una varietà di calcedonio, nome generico che

viene dato al quarzo, quando questo si presenta in masse compatte di silice microcristallina con tessitura fibroso-orientata. L'agata presenta una tipica struttura zonata e visibile anche a occhio nudo, grazie alla diversità di colore.
Essa si forma per deposizione ritmica di silice, normalmente entro cavità amigdalari di rocce basaltiche, o legni pietrificati (agatizzati).
Esistono diverse varietà di agata:a bande, a fortezza, a occhio, dendritica, muschiata.
Quando l'agata si presenta in bande piane e parallele, di colore contrastante (chiare/scure), prende il nome di onice. Sfruttando gli strati di colore contrastante (generalmente due ma, eccezionalmente, fino a cinque), l'onice viene utilizzata nella glittica per realizzare cammei.
A seconda dei colori delle bande, si hanno diverse denominazioni:
strato di fondo marrone: sardonice;
strato di fondo rosso: onice-corniola.
Uno dei giacimenti più famosi è quello dell'Idar-Oberstein, in Renania-Palatinato, dove l'agata viene raccolta fin dal 1548. Altri vasti giacimenti sono presenti in Uruguay e Brasile.
I tipi di taglio più frequenti sono il cammeo e il cabochon, anche se in molti casi sezioni di questa pietra vengono lucidate con notevoli effetti estetici.
 

Ametista

L'ametista è una varietà violacea di quarzo, spesso associata a rocce basaltiche
subalcaline, sin dal 3000 a.C., in Egitto, Sudafrica e in Mesopotamia, una delle
gemme più utilizzate per la creazione di gioielli, sigilli e intagli. Il termine deriva dal greco améthystos che significa "non ebbro".
I Greci ritenevano che costituisse un eccellente rimedio contro gli effetti
dell'alcool e i Romani contribuirono ad alimentare questa credenza.
I cristalli di ametista si rinvengono essenzialmente all'interno di geodi
sviluppatisi nelle rocce basaltiche a causa di un'attività idrotermale successiva,
ma spesso prossima, all'evento magmatico stesso.
Nel mondo, i giacimenti principali di questo minerale si trovano in Brasile,
Uruguay, Bolivia, India, Russia, Messico, USA e Madagascar. In Europa, il
giacimento più importante è quello, già scoperto in età romana, di Idar-Oberstein, una cittadina nella valle del fiume Nahe. In Italia piccole formazioni sono state rinvenute in provincia di Trento, Bolzano, Sassari, Grosseto e Torino.
Fino a pochi decenni or sono con il termine di Ametista orientale, veniva designato il corindone viola di qualità gemmologica; poiché tale terminologia poteva generare confusione con il quarzo ametista viola propriamente detto, la terminologia è stata cambiata e perciò quella qualità di corindone oggigiorno viene definita come "zaffiro viola".
Il suo utilizzo è ancora principalmente mirato alla produzione di gioielli, coppe o
calici. Fino alla scoperta dei grandi giacimenti brasiliani nel XIX secolo,
l'ametista era una pietra preziosa rara e perciò cara, al giorno d'oggi invece è
molto più a buon mercato e solo le grandi gemme più pure e dal colore viola più
intenso possono raggiungere alte quotazioni sul mercato.

 

Avventurina

Il quarzo avventurina è una varietà di calcedonio traslucido in aggregati granulari con piccole inclusioni che riflettono la luce causando il fenomeno dell'avventurescenza. Tali lamelline sono normalmente miche (fuchsite, actinolite, goethite ed altre) o cloriti, che conferiscono alla pietra un brillante colore bruno o verde (quest'ultimo colore grazie soprattutto alla fuchsite). In presenza di considerevoli quantità di muscovite, si hanno dei riflessi argentei, mentre ne esiste una varietà oligoclastica, l'avventurina orientale o pietra di sole, in cui l'abbondanza di depositi di ematite provoca dei riflessi interni rossi. È considerata in generale una pietra da taglio di pregio.
L'aspetto risulta come quello di un materiale in cui siano distribuite a caso ("à l'aventure" appunto, da cui il nome) piccole pagliuzze. Dall'avventurina, infatti, prese il nome un tipo di vetro inventato a Venezia nel XVII secolo.
Il quarzo avventurina verde è estratto soprattutto in Brasile, Cina, India e Russia, mentre quello bruno proviene prevalentemente dal Brasile.

Corniola

La corniola è una varietà molto nota di calcedonio, membro a sua volta della famiglia dei quarzi criptocristallini. Alla stessa famiglia appartengono l'agata, l'onice, l'eliotropio e il crisoprasio. È un diossido di silicio cristallizza nel sistema monoclino e i cristalli hanno frattura concoide.
La sua colorazione più pregiata è quella rosso-arancio, dovuto alla presenza di ossidi di ferro, mentre le tonalità più chiare sono da attribuirsi all'idrossido di ferro. Se si sottopone il minerale ad un leggero riscaldamento, il suo colore diventa più intenso per poi ritornare alla tinta originaria quando è allontanata la fonte di calore.
La durezza è 7 della scala di Mohs, come per tutti i quarzi, e questo fatto la rende molto adatta ai lavori di incisione oltre che alla produzione di sfere per collane.
Per gli antichi Egizi, la corniola era il rosso simbolo della vita (rappresentava infatti il sangue della dea Iside): legata a precise pratiche religiose, aveva il compito di accompagnare i defunti durante il viaggio verso l'aldilà, per questo la gemma si ritrova per esempio sul prezioso pettorale funerario del faraone Tutankhamon. In corniola venivano anche scolpiti molti animali sacri come l'ariete di Amon ed il falco Horus (simbolo del sole). Nel Buddhismo la corniola è uno dei sette tesori, simboleggiato ognuno da una diversa pietra preziosa, e rappresenta la saggezza.
I giacimenti più noti, anticamente sfruttati già dai Romani, erano quelli situati in India (dove l'uso della corniola a scopo ornamentale è attestato già nei primi secoli del II millennio a.C.), in Arabia e Persia. Attualmente la corniola si estrae in Sud America nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul e in Uruguay.

 

Diaspro

Il diaspro (parola che è di origine persiana, ma connessa anche con il greco-latino iaspis, "pietra screziata") è una roccia sedimentaria mono-mineralogica, ossia formata da un unico minerale, composta da quarzo e contenente sovente alcune impurità, solitamente composti di ferro che conferiscono alla roccia vivaci colorazioni, rendendola ricercata come pietra semi-preziosa per la lavorazione in opifici.
I diaspri sono costituiti da quarzo micro e criptocristallino granulare, in certi casi anche fibroso, combinato a volte a piccole quantità di silice opalina
I diaspri sono formati da strati che possono avere uno spessore che varia da alcuni millimetri ad alcuni metri, con superficie a grana fine o liscia
Il diaspro appare generalmente di colore rosso mattone (per inclusioni microcristalline di ossidi di ferro, principalmente ematite) o verde con varie tonalità (per la presenza di microcristalli di anfiboli e pirosseni). Può anche assumere tonalità giallastre o nere (per l'inclusione di ossidi di manganese)
Nella Grecia classica, il diaspro era ritenuto capace di allontanare alcuni fantasmi, tra i quali l'Empusa.
Le varietà di diaspro sono molte rendendo la classificazione dei vari tipi del minerale piuttosto difficile. Tuttavia, le principali varietà del minerale sono
Diaspro comune.
Varietà bruna con macchie rosse o giallastre
Diaspro sanguigno.
Il nome pare derivare dal colore che va dal rosso mattone al rosso sangue.
Diaspro giallo.
Tra le zone gialle di questa specie vi sono delle sottili vene o dendriti brune, biancastre e talora verdi.

 

Giada

La giada è una pietra dura mineralogicamente appartenente ai silicati. Con il nome di giada si indicano di solito la nefrite, un silicato di calcio e magnesio, e la
giadeite, un silicato di sodio e alluminio. La nefrite si trova in Turkestan
orientale e in Siberia, nella zona del lago Baikal; mentre la giadeite proviene
dalla Birmania e giunge in Cina attraverso le Province di Yunnan e Guangdong solo nelle seconda metà del XVIII secolo. Perciò tutta la giada antica è esclusivamente nefrite. Spesso presenta un tono verde/verdastro per effetto della presenza del cromo.
La giada è una pietra ornamentale mineralogicamente appartenente ai silicati e
viene principalmente dalla Cina, quasi sempre da Yunan e da Hong Kong. Spesso
presenta un tono verde/verdastro per effetto della presenza del cromo, ma può
variare e diventare anche giallo spento, ma da questo colore può prendere una non molto luminosa tonalità di verde. Con il nome di giada sono commercializzati numerosi oggetti ma, per legge, possono essere vendute come giada solo la giadeite e la nefrite.
I più antichi oggetti di giada rinvenuti risalgono a circa 7.000 anni fa e per la
sua durezza è stata usata per produrre armi.
Dopo la conquista del centro America da parte degli spagnoli, si perse l'arte
dell'intaglio, mentre in Cina la lavorazione non ha mai avuto soste e per oltre
5.000 anni la giada venne usata per realizzare oggetti di culto. Occorre notare che fino alla metà del Settecento in Cina veniva lavorata esclusivamente la nefrite di origine cinese mentre successivamente è iniziato l'uso della giadeite importata dalla Birmania.
La giada è un minerale molto duro che viene lavorato attraverso la smerigliatura
per mezzo di abrasivi. La vasta gamma di colori è dovuta a piccole e differenti
quantità di diversi ossidi metallici quali il ferro, cromo e manganese. I colori
possono variare dal verde al bianco latte, dal marrone al grigio scuro,dal giallo
al nero. La nefrite Siberiana è di colore verde scuro punteggiata da piccole
macchie nere, mentre la giadeite è di un colore più puro e vivo per la presenza di
cromo.
In Cina la giada è considerata una pietra portafortuna. Estratta nelle miniere
della Birmania, è sempre più richiesta dalla classe media cinese.
 

Labradorite

La labradorite è una varietà di anortite con un ratio di albite/anortite che varia da 30/70 a 50/50. Nelle sue forme e colorazioni migliori è utilizzata in gioielleria; questi pezzi hanno la particolarità di possedere un gioco di colori dal riflesso metallico normalmente varianti tra il blu e il verde, ma negli esemplari migliori può mostrare tutto lo spettro dei colori.
La labradorite ha una durezza variabile tra 6 e 6,5 sulla scala Mohs, mentre la densità varia tra i 2,68 e i 2,72 g/cm3.
Viene utilizzata per realizzare oggetti ornamentali, ma è impiegata specialmente in campo gemmologico, come pietra semi-preziosa in gioielleria, spesso tagliata a cabochon, ma in alcuni casi anche a faccette.
Giacimenti principali:Canada (Penisola del Labrador), Penisola Scandinava, Madagascar.

 

Lapislazzuli

Il lapislazzuli (meno comune lapislazuli, lapislazzulo o lapislazoli) è una delle pietre preziose conosciute sin dall'età antica.
Deriva dal latino lapis, "pietra" e dal latino medievale lazulum, dall'arabo lazuward che a sua volta deriva dal persiano läžwärd "azzurro".
L'utilizzo di questa gemma risale al V millennio a.C., al tempo in cui fu molto usata, ad esempio, per la fabbricazione dei gioielli trovati nelle tombe faraoniche in Egitto.
Con il lapislazzulo si creava attraverso la macinazione e altri procedimenti, il più pregiato blu degli affreschi medievali, dalla tonalità intensa ed estremamente resistente nel tempo. Il costo di questa materia prima era paragonabile a quello dell'oro, se si pensa che le uniche miniere conosciute erano in Afghanistan. La ricchezza del materiale aveva anche un significato devozionale: nell'arte sacra ritrarre la divinità con materiali preziosi era una sorta di offerta che si faceva nei suoi confronti.
Anche nell'epoca Babilonese questo materiale veniva particolarmente usato.
Nell'età moderna, famose sono le coppe e i vasi in lapislazzuli che appartennero ai Medici, famiglia regnante a Firenze nel XIV - XVIII secolo. Michelangelo ne usa abbondantemente sia per affrescare la Cappella Sistina che la Cappella Paolina.
È prevalentemente di colore azzurro intenso (ma ne esistono anche campioni di colore più vicino al celeste, a seconda della quantità di calcite).
Il lapislazzuli è costituito da una elevata concentrazione di lazurite con associati altri minerali accessori come calcite e inclusioni di pirite.
Il lapislazzuli si trova in giacimenti soprattutto in Afghanistan (Miniera di Sar-e-Sang, in Badakhshan, citata anche da Marco Polo), in Cina e Cile. È presente anche in alcune effusioni dei vulcani campani e laziali.
Durezza (secondo la scala di Mohs): 5,5

 

Malachite

La malachite (dal greco verde malva) è un minerale di rame appartenente alla classe dei carbonati (per la precisione è un idrossido carbonato rameico), e risulta effervescente al contatto con l'acido cloridrico.
È quasi sempre microcristallina (strato d'alterazione dei minerali di rame), ma si
trova anche sotto forma di strati fibrosi, in ammassi reniformi o efflorescenti. In
alcune cavità può essere raramente rinvenuta malachite in piccoli cristalli
aghiformi. Si origina per alterazione di minerali con presenza di rame.
I giacimenti sono tutti quelli secondari di rame. I maggiori giacimenti di
malachite si trovano in Africa nello Zaire e Zambia, in Russia, Australia e Stati
Uniti. I giacimenti più noti dal punto di vista collezionistico sono: Nižnij Tagil
(Urali, Russia), Tsumeb (Namibia), Arizona (USA), Chessy (Francia).
In Italia il giacimento più famoso si trova sull'isola d'Elba. È presente anche
nelle Prealpi lombarde e nelle miniere della Sardegna.
Per il suo bel colore che va dal verde chiaro al verde scuro, ed il caratteristico
accrescimento che la fa caratterizzare con zonature date da sfumature di tonalità, la malachite viene utilizzata in gioielleria soprattutto come cabochon e in oggettistica semipreziosa. Tuttavia essendo un minerale con scarsa durezza, i
manufatti in malachite possono rigarsi e rovinarsi facilmente, se usati e toccati
senza attenzione. Pregiati lavori di intaglio vengono dalla Cina e dalla Russia.
I Greci e i Romani ne facevano amuleti ritenendo che proteggesse dagli infortuni.
In miniera era chiamata "verdura delle rocce" per il suo colore che la mette in
risalto sulla ganga rocciosa circostante.

 

Onice

Con il nome di onice si indicano due tipi di rocce completamente differenti: l'onice silicea normalmente di colore nero striata di bianco simile al calcedonio (ma non al quarzo, che è cristallino), che si trova in Brasile, Messico, e altri luoghi; e l'onice calcarea, anche detta "onice alabastrite", "onice etoca" od "onice egiziana", che è di colore bruno quella di Montaione o verde chiaro quella del Pakistan.
Mineralogicamente è una varietà di calcedonio, ossia quarzo in masse compatte microcristalline, di colore opaco o semi-opaco, uniforme, che copre le tonalità rosso-bruno e l'intera gamma di grigi fino al nero.
Come tutte le varietà di quarzo è molto duro (da 6 a 7 nella scala di Mohs).
Si forma principalmente in ambiente filoniano-idrotermale di bassa temperatura e metamorfico, oppure, secondariamente, in rocce sedimentarie dove si presenta in forma massiva e stratificata prendendo il nome di selce, un materiale molto utilizzato dall'uomo nella preistoria e nell'antichità per la preparazione di oggetti affilati e monili.
L'onice calcareo è il marmor alabastrum dei Latini.Ma prima di chiamarsi alabastro, la pietra era detta onice, da cui il nome marmo-onice, come documentato anche nella Genesi in cui si parla di pietra onichina.
L'onice, dal greco onyks, fu così detto per il suo aspetto somigliante all'unghia, alle sue macchie e alla sua lunetta.
Sostanzialmente le parole alabastro ed onice erano usate promiscuamente come confusa era anche la classificazione dei marmi basata sul colore predominante e solo in tempi recenti è avvenuta la classificazione in base alla composizione chimica.
Per la presenza di concrezioni di frammenti di roccia, assume un aspetto particolare con una struttura variabile fibroso-compatta, fibroso-raggiata, fibroso-parallela e zonato-concentrica.
Ha la caratteristica di essere traslucido e con zonature variegate, da millimetriche a centimetriche, più sovente nella tonalità del marrone che donano a questo marmo un aspetto variopinto e diafano.
Di questa ormai rarissima pietra troviamo, in Italia, il famoso "onice del Circeo" nel Lazio, l"Onice di Gesualdo" in Campania e quello di Alberobello in Puglia, la cui costosa estrazione è da molti decenni sospesa.

 

Quarzo citrino

Il quarzo citrino è una varietà di quarzo, il cui colore è dovuto ad impurezze di ferro trivalente (circa 40 parti per milione) nel reticolo cristallino (cambia lo stato d'ossidazione del ferro rispetto al quarzo ametista); il quarzo citrino naturale è relativamente raro, però è abbondante sul mercato perché in realtà si tratta di quarzo ametista, o quarzo affumicato che vengono trattati termicamente fino a raggiungere le colorazioni giallo-arancio.
Il nome deriva dal termine latino citrus, che designa il genere della famiglia degli agrumi di cui fanno parte il limone e l'arancia, dei quali la pietra ha il colore. Il quarzo citrino, dotato di colori e trasparenze particolarmente pregevoli, viene usato come gemma o pietra ornamentale da oltre tremila anni; nel passato è stato spesso confuso con il topazio, che presenta colorazioni simili, ed è quindi stato (e viene tuttora) chiamato impropriamente quarzo topazio, madeira, topazio madeira, topazio spagnolo, topazio sassone ed altri ancora.
Il quarzo citrino si trova in rocce vulcaniche, spesso nelle cavità, formando geodi, ma anche in vene quarzifere (citrino massivo). I principali giacimenti sono in Brasile, in Madagascar e negli Stati Uniti.

 

Quarzo fumé

Il quarzo affumicato o quarzo fumé è una varietà di quarzo.
Il quarzo affumicato di colore nero viene detto anche morione ma questa varietà di quarzo può arrivare fino ad essere quasi del tutto incolore come quelli che si possono trovare nel marmo di Carrara.

Le inclusioni più frequenti, oltre quelle di alluminio, sono quelle di rutilo color biondo o rame.

Qualche campione può avere delle fessurazioni o delle pareti riflettenti[4].

Le varietà più intensamente colorate possono manifestare il pleocroismo che può scomparire se il minerale viene riscaldato ad una temperatura compresa tra i 300 ed i 400 °C. Queste pietre possono venir spacciate come topazi fumè.

 

Quarzo rosa

Il quarzo rosa è un quarzo traslucido, di colore rosa pallido, ma può essere anche cristallino, sino ad essere quasi trasparente o traslucido nelle varietà più pregiate e ricercate; il colore della polvere è bianco, mentre presenta una lucentezza vitrea ed un'ottima diffusione della luce (è sempre meglio non tenerlo troppo a lungo sotto il sole: potrebbe sbiadirsi e perdere la sua particolare lucentezza).
Il minerale fu utilizzato per decorare il razionale ebraico. Veniva usato dai maghi per prevedere il futuro. Gli antichi romani utilizzavano il quarzo rosa come cicatrizzante dopo avere esposto dei pezzi del minerale al sole, sempre dai romani veniva creata una pietra artificiale in vetro simile al quarzo rosa. Dagli scavi archeologici di Susa sono emersi dei sigilli cilindrici.

 

Rubino

Il rubino è la più nobile varietà monocristallina dell'ossido di alluminio (Al2O3), un minerale noto come corindone, fortemente allocromatico. Presenta durezza 9 nella Scala di Mohs.
Si presenta di colore rosso vivace, dovuto a inclusioni di cromo, ma può assumere varie tonalità di questo colore, che vanno dal rosso più vivo, anche detto "sangue di piccione", al rosato (tipico di rocce metamorfiche generatesi per metamorfismo di contatto di sedimenti alluminiferi e di marmi dolomitici). Data l'elevata durezza, una delle giaciture tipiche è quella secondaria in depositi alluvionali.
Le sue dimensioni solitamente non sono eccezionali e sono molto legate alla trasparenza; per questo si ritengono eccezionali i rubini limpidi che superano i 10 carati. Sempre in base alla qualità, si utilizzano varie tipologie di taglio.
Famosi sono i giacimenti presenti in Tanzania, Madagascar, Cina, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam, tuttavia quelli ritenuti di massimo pregio provengono dalle miniere di Mogok in Birmania.

 

Smeraldo

Lo smeraldo è una varietà del berillo, caratterizzata da un intenso colore verde, dovuto probabilmente alla presenza di cromo (fino al 0,19%) ed eventualmente di vanadio e di ferro. Soltanto la presenza del cromo rende il berillo uno smeraldo; il berillo in cui è presente soltanto il vanadio dovrebbe invece essere denominato berillo verde. Ha una lucentezza di tipo vitreo e presenta lieve pleocroismo, con verde  e verde-azzurro.

Nel Buddismo è considerato uno dei sette tesori ed equiparato alla saggezza. La parola "smeraldo" deriva dal latino smaragdus, proveniente dal greco smàragdos, ma la sua fonte originaria è izmargad, un termine semitico, oppure maragata, un termine sanscrito, che letteralmente significa "pietra verde".

 

Turchese

La turchese è un minerale di colore azzurro-verde appartenente al sistema triclino.
Sempre opaca o appena traslucida, questa gemma può mostrare un colore azzurro uniforme o venature dendritiche brune o nere di limonite.
Rarissima in cristalli trasparenti, si trova sempre in noduli o masse microcristalline reniformi oppure in sottili venature all'interno delle rocce incassanti. La sua porosità causa facili alterazioni al colore originario e per questo motivo talvolta si effettuano trattamenti di impregnazione a scopo protettivo.
Plinio cita la turchese nella sua Naturalis Historia chiamandola "callaina" e aveva notato la porosità di questa pietra, la quale si altera irreversibilmente a contatto con profumi, unguenti, saponi o sostanze acide infatti la turchese è tra le pietre più delicate, un cui uso scorretto potrebbe farne alterare il colore.
Il reperto più antico della turchese è un bracciale risalente a circa 8000 anni fa scoperto in Egitto, seguito da un monile con turchesi trovato insieme ad una mummia risalente a 7500 anni fa.
Tra gli svariati oggetti aztechi vi sono varie rappresentazioni di serpenti che allontanavano il cielo dagli astri, ma la pietra fu usata anche dai Maya dal 2000 a.C., dagli Incas tra il XV ed il XVI secolo e dai navajo.
Per quanto riguarda gli antichi romani vi è un busto di Tiberio conservato al Museo degli argenti di Firenze.
I primi giacimenti usati furono decisamente quelli del Monte Sinai.
È stata usata fin dall'antichità come pietra preziosa ed ornamentale.
Grande importanza ebbe presso gli egizi che la ricavavano dalle miniere dello Uadi Maghara nella penisola del Sinai. Il taglio più usato è quello cabochon a superficie curva senza sfaccettature.
La turchese è un minerale di genesi secondaria e si forma in seguito alla circolazione di soluzioni mineralizzanti all'interno di rocce sedimentarie soprattutto arenarie o vulcaniche normalmente fratturate.
Il minerale si trova nei giacimenti secondari di rame ma anche in rocce alluminifere ignee o sedimentarie solitamente poste in zone aride.
Viene estratta prevalentemente in USA (negli stati dell'Arizona, Nevada, Nuovo Messico), in Cina, Perù, Messico, Iran, Tibet, Siberia, Australia, Africa, e Turchia.
Esistono vari tipi di turchese.
Turchese africana. Viene estratto in miniere africane. Il suo colore è sul verde pallido e presenta dei punti neri. In realtà si origina come diaspro, e non come vera turchese.
Turchese americana. Proveniente dall'America, di colore celeste acceso.
Turchese cinese. Proveniente dalla Cina, estratto dalle aree note come Hubei e Anhui. Di un colore verde mischiato con blu e giallo. Viene trattato, nei suoi strati esterni, con della cera di paraffina.
Turchese giallo limone. Cinese, di colore giallo chiaro mischiato a un po' di verdino. Molto raro.
Turchese messicana. Di un celeste acceso, estratto dalle miniere messicane Compitas.
Turchese nepalese. Di un celeste un po' più opaco rispetto agli altri.
Turchese persiana.
Turchese trattata. Le parti porose della pietra vengono riempite con una sostanza trasparente (di solito paraffina, olio minerale, colore plastico).
Turchese stabilizzata. La resina presente viene infusa all'interno dei pori della pietra, in modo che il colore non cambi nel tempo.
Turchese Mojave o verde mela. Si tratta di una turchese colorata di un verde acceso.

 
 

Zaffiro

Lo zaffiro (pronuncia: zaffìro o, meno corretto, zàffiro) è una varietà di
corindone, che chimicamente è ossido di alluminio fortemente allocromatico.
Presenta durezza 9 sulla Scala di Mohs.
Il termine zaffiro identifica la varietà blu-azzurra del corindone, ma la stessa
denominazione viene frequentemente utilizzata, unitamente a un aggettivo, per
identificare qualunque sua colorazione diversa da quella blu (ad esempio la varietà rubino). Gli zaffiri possono possedere infatti i colori più diversi, dal rosa
all'arancio, al porpora, al verde, al giallo fino al bianco incolore.
Altre varietà sono quella arancione, chiamata padparadscha, la più preziosa varietà di corindone, l'armofane di colore grigio opaco e lo zaffiro incolore conosciuto
come leucozaffiro.
Il colore blu-azzurro tipico della gemma deriva da inclusioni di ematite e rutilo.
Si può trovare in natura in rocce metamorfiche derivanti da rifusione di un
micascisto, di una quarzite o di un calcare, in magmi poveri di silice e nei loro
rispettivi depositi alluvionali. Questi ultimi sono i principali giacimenti oggi
sfruttati. Si ricorda a proposito i giacimenti australiani, dello Sri Lanka, della
Birmania e della Thailandia. In Italia si trovano piccoli cristalli di zaffiro
nella calcite del Terminillo.
Il taglio più diffuso per tale gemma è quello sfaccettato ovale o tondo, ma non
sono escluse altre tipologie, come quella a cuore o a baguette, oppure - senza
sfaccettatura - a cabochon. Tra le gemme di dimensione eccezionale più celebri, va citato lo "Star of India", di 563 carati, conservato presso il Museo di Storia
Naturale di New York.
Le nazioni più ricche di miniere di zaffiri sono: Australia, Sri Lanka, Myanmar,
Thailandia, Cambogia, Vietnam, Madagascar e India.
Il nome zaffiro deriva probabilmente dal termine greco sàppheiros ossia "azzurro", oppure dall'ebraico sappir ossia "la cosa più bella".

Corallo rosso

Il corallo non è una pietra ma un animale. Cresce e si riproduce esclusivamente nelle acque pulite. Il suo scheletro è quello che viene utilizzato per ricavarne i gioielli che tanto amiamo. Un po' come l'ambra e la perla quindi, rientra impropriamente tra le “pietre”.
Il corallo rosso (Corallium rubrum (Linnaeus, 1758) è un octocorallo della famiglia Coralliidae, diffuso nel mar Mediterraneo e nell'Atlantico orientale.
Il corallo rosso è l'unica specie del genere Corallium che vive nel Mediterraneo, dalla Grecia e dalla Tunisia fino allo Stretto di Gibilterra, Corsica, Sardegna, Sicilia e Baleari incluse, ma è diffuso anche nell'Atlantico orientale in Portogallo, Canarie, Marocco e Isole di Capo Verde, di solito fino a 200 metri di profondità in luoghi poco illuminati con scarsa vegetazione.
Corallium rubrum è considerato una specie endemica del Mediterraneo, nonostante alcune popolazioni sono state segnalate in Portogallo ed a Capo Verde.
Forma colonie ramificate, che possono superare i 20–30 cm di altezza, di colore generalmente rosso brillante, ma a volte rosa. Raramente vengono osservate colonie albine di colore completamente bianco.
Il corallo rosso da tempi immemorabili viene pescato e commercializzato principalmente per la creazione di gioielli ed opere d'arte. Prevalentemente viene montato su oro e argento o forato per ottenere collane e bracciali.
La lavorazione si suddivide in varie fasi a partire dalla eliminazione del rivestimento, il cenosarco, dalla pulizia, dal taglio e/o intaglio, dalla lavorazione ed infine dalla lucidatura.

 

Fonte Wikipedia